"Fa che tutto sia fuoco dentro di me... davvero... fa che tutto sia fuoco dentro di me" (Litfiba)



sabato 31 luglio 2010

Il suono del silenzio dolomitico

E' questo il titolo del mio articolo pubblicato sul sito gestito dalla catena di hotel Best Western.
Spero possa piacervi.
http://www.whatyoulove.it/2010/07/29/il-suono-del-silenzio-dolomitico/ 

venerdì 30 luglio 2010

Emergency riapre l'ospedale di Lashkar-gah

Emergency riapre l'ospedale di Lashkar-gah.
Vi ricordate la chiusura dell'ospedale avvenuta lo scorso 10 aprile?


Ora l'ospedale è stato riaperto:


Alla fine chi fa del bene trionfa: forza Emergency!!

domenica 18 luglio 2010

Mark Knopfler - Telegraph Road - LIVE Milano Arena Civica 14/07/2010 -

Continuo a pubblicare i video della serata milanese (qui trovate le mie impressioni e tutti i video che man mano pubblicherò): è la volta di "Telegraph Road".Brano epico.
Purtroppo youtube non consente di caricare video più lunghi di 10 minuti e quindi devo spezzarla in due approfittando del cambio di chitarra di Mark: la prima parte è quella acustica e la seconda è quella elettrica:

Telegraph Road (Part I acoustic)


Telegraph Road (Part II electric)

giovedì 15 luglio 2010

Mark Knopfler - LIVE Milano Arena Civica 14/07/2010 - i "miei" concerti

Il viaggio è musica e la musica è viaggio. Non è questione di distanze, ma di sensazioni.

Mark Knopfler è uno dei miei artisti “di formazione”: negli anni delle mie scuole medie inferiori (la fine dei mitici anni ’70), mentre i miei amici ascoltavano altro, io crescevo al suono dei Dire Straits (il gruppo di Mark) e dei Police. Le loro canzoni mi hanno spronato a conoscere l’inglese perché volevo sapere cosa mi stavano dicendo. E che gioia nel 1985 ritrovare Mark e Sting insieme sul palco di Wembley del LIVE AID a duettare insieme nell’intrigante “pezzaccio” rock “Money for nothing”: ho consumato la vhs e mi ha salvato il dvd ufficiale uscito qualche anno fa.

In questa calda e umida serata del 14 luglio all’Arena Civica di Milano ho ritrovato il mio vecchio amico Mark: nel settembre del 1992 al Forum di Assago ho avuto la gioia di vedere gli “ultimi” Dire Straits dal vivo. Quello di questa sera a Milano è tutto un altro concerto: gli anni sono passati e la vena folk di Mark gioca un ruolo importante per tutto il set. Si è circondato di validissimi musicisti e l’uso di flauto, violino, fisarmonica, strumenti a corde acustici ci trasporta rapidamente nel folk anglosassone o, perché no, nel country and western statunitense. Magicamente piazzati all’interno dell'esibizione luccicano però alcuni dei vecchi classici dei Dire Straits: Romeo & Juliet, Sultans of Swing, Far Away ed altri. Ma su tutti svetta TELEGRAPH ROAD, vera e propria suite di più di 13 minuti stupenda nella sua malinconia inizialmente acustica che progressivamente si trasforma in tempesta elettrica grazie al cambio di chitarra di Mark: che dire? Sublime, mi sono sciolto in lacrime!
Curiosamente Mark ha sempre suonato seduto (ordine dei medici ci ha detto) e anche se lui stesso ha ammesso che ciò lo porta a commettere alcuni errori visto che lo schienale interferisce con il suo braccio, la sua tecnica chitarristica sopraffina alla fine prevale su tutto.

Una serata stupenda: Mark ci ha dimostrato emozionandoci ad ogni brano, la sua più che trentennale evoluzione di musicista. E’ riuscito a non rimanere prigioniero dei suoi brani più famosi, cercando sempre nuove vie e nuove sfide: caratteristica dei veri musicisti.

Grazie Mark: “God bless you” e regalaci ancora tanti anni di emozioni.

Per una vita che rimanga sempre un viaggio in musica.

E ora, come al solito, che parli proprio lei, la musica:

Sultans of swing


Romeo and Juliet


Brothers in arms




Integrazione del 18 luglio 2010:
Purtroppo youtube non consente di caricare video più lunghi di 10 minuti e quindi devo spezzare in 2 Telegraph Road, approfittando del cambio di chitarra di Mark, da acustica ad elettrica
Telegraph Road (Part I acoustic)


Telegraph Road (Part II electric)


Integrazione del 5 settembre 2010
Piper to the end

domenica 4 luglio 2010

Sono passato a Ubuntu: abbandonare Windows e vivere felici

Potevo intitolare il post anche: "mi sono un pò scocciato di Windows".
Premetto che non voglio produrmi in una noiosa disamina del sistema operativo Linux nella sua versione Ubuntu (non ne sarei in grado), ma solo provare a raccontare l'esperienza dell'abbandono di Windows: è possibile? Riuscirò a fare quello che facevo prima?
Vediamo...
Iniziamo con il fatto che Ubuntu è gratuito così come tutti i suoi applicativi per l'uso comune: in più il file system di linux è immune dall'attacco di virus, malware, trojan e tutte quelle schifezze che ci perseguitano ad ogni accensione di windows.
Come fa? Semplicemente e banalmente ogni azione che modifica il funzionamento del cuore del pc (il file system) deve essere autorizzata da me: non ci saranno più programmi che si insinueranno nel mio pc o compiranno azioni di nascosto senza la mia approvazione! Figuratevi che non serve nemmeno installare un antivirus!!!

La nuova versione di Ubuntu (al contrario di quanto avveniva anni fa) è facile da installare (installabile anche la versione in italiano) e per ora mi ha permesso di fare tutto quello che facevo normalmente prima con windows xp o windows 7. La formattazione dell'hard disk e l'installazione sono semplici e guidate. Devo aggiungere che tutto l'hardware del PC è stato riconosciuto immediatamente senza dover installare successivamente i driver delle varie periferiche come mi capitava con windows. In più l'hard disk non si deframmenta, perchè fino a quando c'è almeno il 10% di spazio libero il file system di linux si ottimizza automaticamente.
Questo è il desktop:



Il pacchetto Office è incluso: si tratta di Open Office completamente compatibile nei formati con l'Office di Microsoft e in più permette di salvare i documenti anche nel comodissimo formato PDF e l'elenco delle stampati collegabili e quasi infinito.
Ecco i tre applicativi corrisponenti a Word, Excel e Powerpoint:



Per navigare è presente il Browser Firefox.


Per la messaggistica immediata è presente Empaty compatibile con tutti i client di messaggistica.


Come client per la gestione dei file torrent è presente Transmission.


Per la gestione della fotocamera è presente F-Spot Photo Manager e se si vuole un buon sostituto di Photoshop per il trattamento evoluto e la modifica delle immagini è scaricabile GIMP Image Editor.
Ecco GIMP all'opera:



Per masterizzare i CD/DVD è presente Brasero.



Con windows utilizzavo molto il programma Dreamweaver per creare pagine web da usare per le mie aste su ebay: per Ubuntu è scaricabile un programma che mi permette di fare le stesse cose  (ed è gratuito!) che si chiama KompoZer.



Fino a qui l'uso normale per tutti i giorni: tutti "pro" allora e nessun "contro"?
Direi uno, che però è pesantissimo: i videogiochi. Chi vuole giocare deve ancora avere un PC con windows (o può ripiegare su una console). Se però penso che fino a qualche anno fa avevo difficoltà a masterizzare un DVD su linux, magari tra qualche anno anche nel campo videoludico windows sarà eguagliato.
Aspetto fiducioso e per ora nell'uso quotidiano mi godo Ubuntu!!!

giovedì 1 luglio 2010

Georges Simenon - L'orologiaio di Everton

E' il primo romanzo di Georges Simenon che leggo e curiosamente non è un  "Maigret".
La vicenda si svolge negli Stati Uniti negli anni '50, sulla costa dell'est in paesaggi cari anche ad Alfred Hitchcock, che sembra il papà di  molti "scorci" del libro. Il protagonista è un orologiaio dalla vita insulsa e vuota, che sembra vivere unicamente per il figlio adolescente. Tutto questo amore però non è ricambiato perchè il figlio lo considera un vero e proprio inetto tanto da volerne scappare al più presto, una fuga che costituisce il cardine del libro. Fuga vista come gesto di ribellione verso un padre opprimente. Curioso che anche l'orologiaio si sia reso protagonista in passato di un unico ecclatante gesto di ribellione: il matrimonio con una donna che definire di "facili costumi" è riduttivo. Anche suo padre (il nonno del ragazzo in fuga) come gesto ribelle di un'intera esistenza succube della  moglie, si rende colpevole una relazione extraconiugale. Sesso visto come fuga dalla normalità?
Quindi queste tre vite rassegnate, bloccate nell'immobilità di una vita ripetuta, si sublimano in un unico gesto  di ribellione; anche senza rendersene conto i tre uomini (le tre generazioni) si assomigliano molto più di quanto pensino. Lo sguardo interrogativo del figlio rivolto al padre nelle ultime pagine del romanzo, forse significa proprio questo: dopo averlo visto per molti anni distante, lontano, ora forse lo vede un pò più simile a lui, alla sua voglia di ribellione.
Simenon si produce in un'ottima opera di introspezione, anche se la "mia" lettura ha un pò sofferto dei ritmi della scrittura: troppo anni '50. Mi sembra che i film di Alfred Hitchcock abbiano retto meglio allo scorrere del tempo: non risultano nè pesanti nè macchinosi.
Libro comunque che sono contento di aver letto, magari mi spronerà ad affrontare un "Maigret".