"Fa che tutto sia fuoco dentro di me... davvero... fa che tutto sia fuoco dentro di me" (Litfiba)



mercoledì 18 aprile 2012

DIAZ: un film che scuote la coscienza

Grande film di denuncia.
Ammetto che gli accadimenti che stanno alla base del film, li ho sempre un pò trascurati: quando avvenirono nel 2001 ero in viaggio in Norvegia e lì arrivavano un poco attutiti.
Questa pellicola me li fa rivivere in prima persona.
Lo sgombero della scuola DIAZ durante il G8 di Genova mi viene fatto rivivere  usando, a volte, anche filmati originali di quei caotici giorni.
Si basa sugli atti processuali che nel 2010 hanno portato alla condanna di alcuni poliziotti anche se la maggioranza rimane impunita.


Sono uscito scosso, ma ho visto che era una sensazione comune agli spettatori che defluivano dalla sala. Le scene di tortura (si, tortura è proprio la parola giusta...) avvenute nella Caserma di Bolzaneto, lasciano il segno. Un segno sanguinante come i corpi  dei giovani e meno giovani martoriati dalla Polizia.
Il film non assolve i Black Block, anzi! Però chi alloggiava alla scuola Diaz di Genova non era Black Block: la violenza svoltasi tra quelle mura e successivamente non trova nessuna giustificazione e anche nel film qualche appartenente alle forze dell'ordine se ne rende ben conto...
Film da vedere, per cercare di comprendere meglio quello che successe a Genova, quando come tante altre volte le tenebre della violenza hanno offuscato la ragione dell'uomo.

PER DOCUMENTARSI:

Video originale girato durante l'assalto alla scuola e appena dopo:


Qui invece trovate alcune testimonianze raccolte dai PM di Genova.

domenica 1 aprile 2012

Regis de Sa Moreira - il libraio

Libro da maneggiare con cura, come tutte le piccole cose preziose.
Le sue poco più di 100 pagine non devono trarre in inganno: non è un libro "veloce" deve essere assaporato frase per frase, parola per parola. Provo a raccontare qualche sensazione raccolta qua e la tra le pagine, certo che negli altri lettori l'autore ne avrà suscitate altre, molto diverse. Prima di iniziare ringrazio però un libraio in "carne e ossa". Il libraio della libreria Margaroli di Verbania (qui il loro sito) che con un curioso foglietto giallo, mi ha fatto scoprire questo gioiellino.

Un uomo, il nostro libraio, che si fa libro per comunicare con le persone che ama: non parla, non scrive, non telefona ai suoi cari, ma strappa pagine di libri che poi invia per posta. I libri a cui ha strappato le pagine vengono riposti amorevolmente, come malati di un lebbrosario da curare.

Un uomo che rappresenta la nostra voglia di leggere: una voglia compulsiva pronta al possesso fisico.

Un uomo che mette al bando i "non lettori": chi non assapora il piacere del libro deve rimanere apolide, non ha diritto di cittadinanza nel paese dei libri.

Un uomo capace di apprezzare la noia di un libro: anche lei può fare capolino, solo però fino al prossimo libro interessante!

Un uomo svuotato: dalle vita, dalle donne, dagli uomini, dai libri. La sofferenza può farti passare la voglia di donarti. Ma è giusto rinunciare? No, bisogna continuare a... leggere! Non dobbiamo lasciarci vivere, usciamo dal libro e costruiamo libri futuri, senza nessuna incertezza.

Un uomo, il libraio; una vita, la libreria; noi, i libri.

Un uomo legge per dimenticare o per pensare? Forse legge per sognare...
Sognare l'ultimo libro, quello dato all'ultimo cliente  che uscendo delicatamente dalla libreria non fa scattare la suoneria della porta. E se i libri si sognano gli uni con gli altri il libraio può aprire il suo libro interiore e finalmente correre a leggere l'ultima pagina, conscio che sarà la più bella e che sarà quella che darà significato a tutti i libri letti.