"Fa che tutto sia fuoco dentro di me... davvero... fa che tutto sia fuoco dentro di me" (Litfiba)



lunedì 28 novembre 2011

Juliette Valduriez: quando la chitarra elettrica è femmina... cioè sempre.

Juliette Valduriez
Grazie alle sempre più elettriche segnalazioni del mio Obi Wan Kenobi personale (Ciao Luis!), oggi vi faccio conoscere questa fantastica chitarrista francese,
Juliette Valduriez di anni 24. Ha un tocco solista fantastico: da delicato ad aggressivo a seconda di quello che richiede la situazione.
Guardare e ascoltare per credere!!!

LOST PARADISE


VOODOO CHILE (oppure CHILD, come volete voi, comunque il feeling è fantastico)


THE GREAT GIG IN THE SKY - PINK FLOYD


BREATH ME - SIA


Entusiasmante Juliette: rock on!

domenica 20 novembre 2011

Il viaggio per il Sic

A Coriano ognuno di noi può lasciare il suo saluto a Marco
Fin da quella maledetta domenica malese volevo con tutto il cuore andare a salutare Marco Simoncelli, così durante un viaggio di lavoro/aggiornamento svoltosi la settimana scorsa a Riccione, sono andato a Coriano.
Grazie ad una cara amica (ciao Doni!) sono arrivato nel suo paese che come noi gli voleva bene. La prima idea era di arrivare fino a casa sua (dove è custodita l'urna con le sue ceneri), ma poi forse pensandoci un pò, mi sono reso conto che avrei potuto arrecare nuovo dolore ai famigliari. Ho letto sui giornali che non hanno mai mandato via nessuno passato da casa per salutare o portare un ricordo, un gesto, ma dopo il  recente lutto per la perdita di mio papà ho pensato che nonostante la loro incredibile forza, la loro dignitosa dolcezza, avrei aggiunto ancora un po' di male a quello immenso che provano e quindi ripensando alle gioie che mi ha lasciato Marco in questi anni non mi sembrava giusto arrecare ulteriori ferite.
Sono quindi andato al piazzale del ricordo che è stato allestito davanti alla chiesa dove sono stati celebrati i funerali.
I pensieri di tutti noi
Il luogo è pieno di ricordi lasciati da chi gli voleva bene.

Quasi ogni giorno questi vengono poi raccolti dal fan club per poter essere conservati e poi esposti nelle sale del museo che verrà creato per conservare i cimeli di Marco e per tramandare il ricordo di questo splendido ragazzo e della sua passione per la moto.
Anche io ho lasciato scritto un saluto per Marco
Colpisce nel piazzale la discrezione ma allo stesso tempo la potenza dell'affetto che circonda il Sic: le lacrime versate (sembrerà pazzesco lo so) diventano alla fine lacrime di gioia. Gioia per questo flusso di bene che Marco ha saputo creare e che ci circonda.
Passerò ancora a salutarti Sic e so che ritroverò un caro, vecchio amico.
Se lassù ti capita di superare il mio papà sul suo mitico vespone 150, rallenta, voltati e salutalo per me.
Ciao.

domenica 23 ottobre 2011

Marco Simoncelli: il "Sic". R.I.P.

In meno di un mese è la quarta volta che cerco di scrivere qualche parola per una persona cara scomparsa. Come sempre è dura, ma ci provo...
Il "Sic".
Terribile è stato oggi assistere davanti alla TV al tuo incidente: non ho potuto non piangere.
Mi piacevi Marco.
Mi piacevi per la tua capigliatura: mi ricordavi come ero io alla tua età. Anche io per domare i riccioli sotto al casco usavo una fascetta.
Mi piacevi per come correvi.
Mi piacevi perchè avevi la moto nel cuore, nell'anima.
Mi mancherai Marco.
Continua a correre come sai tu e a a darci del gran gas: mi sei nel cuore.
Ciao.

mercoledì 19 ottobre 2011

"Per subito"

Quest'ultimo mese è stato devastante: ieri mentre guardavo i manifesti di ringraziamento che io e mia mamma abbiamo fatto affiggere per testimoniare il nostro affetto verso chi ci è stato vicino nel dolore per la perdita di mio papà, mi è cascato l'occhio sull'annuncio funebre sottostante. Riportava il nome del dirigente che mi ha "svezzato" durante uno dei miei primi incarichi lavorativi.
Era più di un capo: mi ha insegnato l'efficace modalità lavorativa che ancora oggi uso, ma soprattutto mi ha insegnato che dietro la burocrazia deve sempre essere ben presente l'uomo, la persona.
Mi ha fatto effetto vedere nei titoli di coda della vita di mio papà anche il "signor Nino": uniti quasi anche nel soprannome.
Tino e Nino.
Quando il "signor Nino" mi affidava un incarico mi diceva sempre: "non c'è fretta!".
Dopo pochi minuti compariva e mi chiedeva se avevo fatto: per questo avevo coniato il detto "per subito", giusto per non avere fretta.

Grazie anche a te "signor Nino", vedrai che con mio papà diventerete buoni amici.

domenica 9 ottobre 2011

Ciao papà

Ieri c'é stato il funerale di mio papà.
Non basterebbe un intero blog per raccontare tutto il buono che mi trasmesso.
La cerimonia è stata toccante e partecipata: molte persone volevano bene al mio papà, al "Tino".
Anche io ho voluto ricordarlo pubblicamente.
Le parole mi uscivano a fatica, lottavano contro le lacrime, ma volevo provare a raccontare agli altri il mio papà. Chiaro ognuno dei partecipanti aveva i suoi ricordi, ma volevo cercare di trasmettere la sensazione del buono che lui ha instillato in me: allo stesso modo, ieri, un pezzo di me se ne è andato insieme a lui.


Ora sei tranquillo e hai finito di soffrire.
Vivrai sempre in me.
Ciao papà.

martedì 27 settembre 2011

Sergio Bonelli: R.I.P.

Sergio Bonelli e Tex
Sergio Bonelli è morto ieri.
Sul web e sui giornali oggi ho letto tantissimi ricordi; voglio aggiungere il mio.
Ho iniziato a leggere a 5 anni sulle pagine di Tex grazie alla passione di mio padre; dopo poco mi hanno fatto compagnia mentre crescevo anche gli altri personaggi della "scuderia Bonelli": Zagor, Mister No, Ken Parker, e, più tardi, Martin Mystere, Dylan Dog. Erano molto di più di semplici "giornalini": mi tracciavano una direzione da seguire. Questo sia quando cavalcavo con la fantasia, che quando camminavo per la strada della vita.
Sergio seguiva tutto nella sua casa editrice: per questo ogni personaggio, anche quelli non creati o scritti da lui, era un poco anche suo.
In un'altra maniera, anche Sergio Bonelli, come mio padre, mi è caro nel cuore.

Buona cavalcata nelle verdi praterie Sergio e grazie.
R.I.P.

giovedì 22 settembre 2011

Pearl Jam Twenty: 10 euro spesi bene

Biglietto
Bellissimo documentario in musica, nato per celebrare i 20 anni di carriera del gruppo di Seattle.
Il regista Cameron Crowe è stato in passato giornalista musicale e il suo amore per la musica, la sua passione per i Pearl Jam trasuda letteralmente dalle immagini.

Il film inizia con l'analisi della scena musicale di Seattle della seconda metà degli anni '80 dello scorso secolo: si trattava di un vero e proprio calderone di idee, di voglia di suonare, di voglia di stupire e quello che ne scaturiva spessissimo era dell'ottima musica.
Dopo la morte per overdose del primo cantante Andy (quando ancora il gruppo non si chiamava Pearl Jam), viene reclutato Eddie Vedder con cui inizia la scalata al successo.
La competizione cittadina con i Nirvana all'inizio è molto sentita anche per le sprezzanti parole che Kurt Cobain all'inizio spendeva per i Pearl, anche se con il tempo si svilupperà un rispetto vicendevole culminato nell'accordo di non concedere interviste alla rivista TIME.
Il giorno della morte di Kurt i Pearl erano in Tour e le parole pronunciate da Eddie sul palco ascoltate dopo quasi 20 anni, riescono ancora a dare brividi di commozione.
Questi primi anni di carriera trasudano di energia:



Potranno ancora nascere gruppi così? Non credo!!

Leggendaria la "querelle" scoppiata a metà anni '90 con il colosso di vendita di biglietti Ticketmaster, accusato dai Pearl di monopolio allo scopo di tenere i prezzi dei biglietti dei concerti alti.
I Pearl non ci stanno e per il loro tour non useranno i canonici stadi, ma suoneranno fuori dalle città in spazi aperti: massimo rispetto per i ragazzi!

Sempre a metà anni '90 arriva la collaborazione con Neil Young da molti considerato il papà del grunge; un disco (Mirror Ball) ed un tour al fulmicotone. Il papà ci da dentro per stare al passo con i suoi figlioletti (o è il contrario? Bho??)




Nel 2000 c'è la tragedia danese di Roskilde dove muoiono una decina di ragazzi per la calca sotto il palco. Nel film appaiono immagini di puro dolore con i Pearl che assistono impotenti dal palco con le lacrime agli occhi. Questo episodio rappresenta nella musica del gruppo un vero e proprio "turning point": niente sarà più uguale a prima e una nuova consapevolezza viene raggiunta.
Molto spazio nel film hanno le immagini del concerto del 2006 all'Arena di Verona, location molto evocativa che ispira molto Eddie.



Il gruppo cresce, matura, e noi con loro. Ma se è il caso siamo sempre pronti ad alzare l'amplificatore al massimo!!!

In conclusione si tratta di un film imperdibile per i fan, ma anche per chi non lo è: si tratta di una "buona novella". Una storia di ragazzi che diventano uomini con ottima musica che scorre nelle vene.

"Keep on rockin' in a free world!!!"

lunedì 1 agosto 2011

Bon Jovi LIVE Udine 17/07/2011: viaggio musicale nei luoghi della mia memoria

Biglietto acquistato a Dicembre 2010!!!
La trasferta a Udine per il concerto di Bon Jovi del 17 luglio, per me è stata un vero e proprio viaggio nella memoria: nell'anno della sua esplosione di successo planetaria, ero infatti a militare in quelle zone (Spilimbergo/Tauriano). Quando a dicembre 2010 ho acquistato il biglietto del concerto ho subito deciso che avrei passato la giornata successiva a visitare i luoghi del mio anno di "naia".
A una trentina di chilometri da Udine attraverso una perturbazione pazzesca: muri di acqua piovana si riversano sulla mitica golfona blu, ma arrivo sano e salvo in albergo. Un po' di sole fa capolino e questo un po' mi rincuora. Dopo aver sentito gli altri compagni in questa ventura (Ombretta e Sergio, ciaoooooooooo!!!) ci accordiamo per trovarci allo Stadio Friuli verso le 17.30, ma già verso le 17 Ombretta mi telefona allarmata: intorno allo stadio è scoppiato il caos. Un inferno di auto che parcheggiano ovunque: aiuole, spartitraffico, fiumi. Ovunque ci fosse un fazzoletto di spazio libero si mollava l'auto. Niente comunque al delirio di traffico del dopo concerto, comunque. Parcheggio nello spiazzo di un centro commerciale a circa un chilometro dallo stadio. Le auto hanno targhe da tutta italia e da Slovenia e Austria. Il concerto è un happening transnazionale!
Entro allo stadio e prima di riunirmi con i miei  amici mi fermo ad ammirare il palco: è bellissimo e imponente.

Il palco con il "ring"
Molto bello il "ring" che abbraccia una porzione di pubblico: sicuramente un ottimo posto per vedere i nostri eroi suonare.
Sui seggiolini dello stadio il Fan Club italiano (qui trovate il loro sito) ci fa trovare un pezzo di plastica colorato e le istruzuioni per una coreografia che renderà la serata speciale e indimenticabile, a noi e ai musicisti.
Istruzioni per la coreografia
Il risultato lo potete vedere nel video di Wanted dead or alive che ho girato al concerto e che ho messo su Youtube a questo indirizzo.
Che dire del concerto: fantastico!
A parole è sempre difficile rendere le emozioni provate in simili serate, ma Jon Bon Jovi e i suoi eccelsi musicisti hanno dato tutto loro stessi per noi pubblico. E' così che deve essere un concerto: musicisti e pubblico che si donano l'un l'altro. E poi vedere la gioia sui volti del gruppo che suonava per noi sulle ali del nostro entusiasmo, bhe, rimarrà per sempre nel cuore. Il nostro e il loro. E niente ha potuto la pioggia che ci ha perseguitato per tutta la serata: Jon ha continuato imperterrito, fradicio di pioggia e sudore. E noi abbiamo fatto lo stesso!
Guardate che bella la foto comparsa sulla pagina Facebook del nostro artista, che ritrae in maniera stupenda la coreografia che abbiamo fatto in suo onore:

E poi che belle le parole che ci ha dedicato:
WOW! The crowd in Udine gave us a HUGE surprise last night- check out this picture! Fans to the left held up signs to create the American flag while fans to our right spelled out "JOVI." In front of the stage fans held Italian flags and letters which read "THIS IS ITALY- WELCOME BACK!" This is one of the most memorable shows we ever played in Europe. Thank you for the love and for creating such a memorable display, Italy! INCREDIBLE!

Inizio a proporvi i video che ho girato al concerto in ordine di esecuzione; progressivamente cercherò di pubblicare su Youtube tutto quello che ho ripreso
E ora parla la musica: rock on!

Intro + Raise your hands


It's my life


Bad Medicine + Oh, Pretty Woman
Inizia a piovere!!


I'll be there for you
Jon fradicio sul ring: emozionante e bravissimo. E con lui Richie, chiaro


Who says you can't go home
Canzone che mi piace un sacco e di cui vi ho parlato in questo articolo


Have a nice day


Keep the faith


Wanted dead or alive
Bellissima la coreografia che abbiamo realizzato sugli spalti e poi guardate Jon con il tricolore addosso: fantastico!!


Just older


Livin' on a prayer
dopo il brano ci sono i saluti finali di Bon jovi e dei suoi musicisti


I love this town
degna conclusione di un concerto che sarà per me indimenticabile


Al prossimo viaggio musicale; rock on!

domenica 3 luglio 2011

Bon Jovi vs Bon Jovi - "Who Says You Can't Go Home": il fascino delle cover (episodio n.3)

Jennifer Nettles con Jon Bon Jovi
In attesa di vederlo LIVE a Udine domenica 17 luglio, in questi giorni mi sono dedicato a recuperare dagli archivi un po' di musica di Jon Bon Jovi.
La canzone che vi propongo è del 2005 ed è tratta dall'album Have a nice day
Nel corso del 2006 Jon si "autocoverizza" e ne propone una versione country rock, duettando con la deliziosa cantanate Jennifer Nettles.
Il video della "solo version" di Jon, mi piace da matti: le peripezie del cane/uomo che cerca di tornare a casa (anche lui per un attimo si trova ad un concerto di Bon Jovi!!!) fanno riflettere. Guardate:


Il duetto con Jennifer Nettles rende la canzone una ottima country rock song:


Importante ricordare che gli appartamenti creati per girare il video, sono stati poi donati tramite una associazione umanitaria ad alcune famiglie che finalmente hanno avuto un posto da chiamare CASA.
Bravo Jon!!!
Curioso come questa versione sia stata destinata ai circuiti country statunitensi: radio, TV ecc.
Infatti dello stesso video esiste una versione senza Jennifer, girata contemporaneamente.
Eccolo:


Quale preferire? Personalmente prediligo la versione con Jennifer Nettles che con la sua voce ben affianca Bon Jovi: mi sa però che Udine però mi dovrò accontentare solo di Jon.
Vabbè, mi rifaccio con il video!

Integrazione del 03/08/2011
Ed ecco per integrare l'articolo, l'esecuzione del brano che ho ripreso al concerto di Udine del 17 luglio scorso:



"Who Says You Can't Go Home"
I spent 20 years trying to get out of this place
I was looking for something I couldn't replace
I was running away from the only thing I've ever known
Like a blind dog without a bone
I was a gypsy lost in the twilight zone
I hijacked a rainbow and crashed into a pot of gold
I been there, done thatand I ain't lookin' back on the seeds I've sown,
Saving dimes, spending too much time on the telephone
Who says you can't go home

[Chorus]
Who says you can't go home
There's only one place they call me one of their own
Just a hometown boy, born a rolling stone, who says you can't go home
Who says you can't go back, been all around the world and as a matter of fact
There's only one place left I want to go, who says you can't go home
It's alright, it's alright, it's alright, it's alright, its alright

I went as far as I could, I tried to find a new face
There isn't one of these lines that I would erase
I lived a million miles of memories on that road
With every step I take I know that I'm not alone
You take the home from the boy, but not the boy from his home
These are my streets, the only life I've ever known,
who says you can't go home

[Chorus]

I been there, done thatand I ain't looking that
It's been a long long road
Feels like I never left, that's how the story goes

It doesn't matter where you are, it doesn't matter where you go
If it's a million miles aways or just a mile up the road
Take it in, take it with you when you go,
who says you can't go home

[Chorus]

It's alright, it's alright, it's alright, it's alright, its alright
Who says you can't go home [x2]

domenica 26 giugno 2011

Margaret Mazzantini: nessuno si salva da solo

 
E' il primo libro di Margaret Mazzantini che leggo. L'ho trovato forte come un pugno nello stomaco. Forse un poco disorientante all'inizio:è formato da un unico lungo capitolo che partendo da una cena tra i due protagonisti, Delia e Gaetano, ci conduce (a colpi di flashback che si sovrappongono al contemporaneo) a conoscere la storia del fallimento del loro matrimonio.
Il libro dopo una prima dedica a Sergio Castellitto, comincia con le parole della canzone "One" degli U2, che ci mette subito in contatto con il vero protagonista del romanzo: l'amore. L'amore in tutte le sue sfaccettature: quelle dolci, quelle sensuali, quelle violente.


Assistiamo inizialmente all'incontro tra le due solitudini dei protagonisti: si incontrano, si piacciono. Si amano di vero amore sensuale, fatto di umida fisicità. Un'impalcatura di umori per un'amore. Le fondamenta dell'unione sono però poco solide: vuoi il tran tran quotidiano, vuoi i normali scazzi di tutti i giorni, vuoi l'arrivo dei figli, vuoi la seguente abitudinarietà dei gesti amorosi e degli incontri sessuali, tutto insieme fa crollare il "sentire" dell'amore. Giorno dopo giorno si diventa alieni caduti per errore in una famiglia ostaggio di un bambino di 3 anni. Assorbire tutto ciò può anche scatenare violenza pura: una violenza che la Mazzantini ci fa toccare con mano: in poche righe riesce a farcela leggere e ci lascia raggelati (penso alle 8 righe in cui Delia afferra il figlio per la testa per fargliela poi sbattere contro una porta). Margaret è bravissima perchè riesce a rendere palpabile una sensazione così estrema.
La disfatta di questo amore non viene accettata serenamente e i due protagonisti continuano a lavorare per far crollare tutto con il maggior rumore possibile.
Il finale sancisce la separazione tra Delia e Gaetano ("poco da dire, poco da promettere") e ci lancia un monito: nessuno si salva da solo. Non chiudiamoci nei nostri egoismi, apriamoci agli altri, a quelli che ci stanno vicino. Ritroviamo il "sentire" e uniamolo a quello degli altri.
Per concludere volevo ringraziare Margaret: ti ho scoperto con questo libro, molto particolare e viscerale. Mi è entrato sottopelle vibrandomi dentro.
Spero di ritrovarti durante altri viaggi.

giovedì 9 giugno 2011

Tarja Turunen vs Tarja Turunen, Nightwish vs Nightwish - "Sleeping Sun": il fascino delle cover (Episodio n.2)

Parliamo di un caso di auto COVER (si potrà dire??) pieno di fascino.
In primis il fascino di Tarja Turunen che fino al 2005 è stata la cantante dei Nightwish.
Poi il fascino del brano "Sleeping Sun", datato 1999, scritto dal tastierista e "mente" del gruppo Tuomas Holopainen.
Il pezzo è stato scritto su suggestione dell'eclissi solare che si verificò nei cieli europei appunto in quell'anno di fine millennio.
Già il brano nella sua release originaria trabocca di fascino mistico grazie all'appeal "lirico" della cantante, qui ancora molto accentuato rispetto a quello che sarà negli anni a venire e le sensazioni nel vederla camminare a piedi nudi nei boschi del nord europa non sono state più replicate... (vi propongo il video reso disponibile su youtube dall'amico gh0stm4nn)



Proprio nell'anno della separazione tra i Nightwish e Tarja viene registrata una nuova versione del pezzo forse meno lirica della precedente ma con una Tarja medioevalmente splendida (video fornito su youtube sempre da gh0stm4nn)



E poi a fine 2005 finisce un'era: quella di Tarja con i Nightwish. Il giocattolo si è rotto, ma ci rimane un'incredibile ultima esibizione dal vivo in Finlandia (la loro terra natale) testimoniata da un imperdibile dvd.
E questa è l'esecuzione di Sleeping Sun (grazie a HauntingGhost)



Tarja, strega il cuore, in qualsiasi versione la preferiate...


Aggiornamento 05/03/2012:

Tarja Turunen Live @ Assago (Milano) 02/03/2012

 

giovedì 2 giugno 2011

Franca Valeri: l'avventura di vivere con se stessi

Solo il titolo vale il prezzo del libro; anzi direi  di più: identifica subito la donna Franca Valeri.
Nella mia memoria è la signora Cecioni in una Canzonissima in bianco e nero della prima rete della RAI d'antan.
Eccola, surrealmente impagabile (grazie all'amico  galaxymat che ha reso disponibile questo video)




Poi grazie alla passione per Totò l'ho potuta ammirare nelle vesti della signorina milanese snob che organizza una classica festa anni '50 nella propria villa a Capri.
Ammiratela in questi due video messi a disposizione su youtube da seaweedsalghe





Il libro ripercorre alcune tappe, alcuni episodi della vita di questa grande attrice: dalla giovinezza nell'italia fascista che si trova a fronteggiare le leggi razziali, alla scoperta di Parigi negli anni '50 con un incredibile successo sulla scena francese.
Mi ha colpito molto la forza di questa donna e della sua solitudine un po' cercata: il piacere dello stare soli visto come una conquista. In più le pagine trasmettono una voglia quasi fisica di rimanere giovani.
Molto romantica anche l'idea che quando si ama veramente qualcuno è più affascinante possederlo con i gesti della quotidianità (accarezzarlo/la, aiutarlo/la nelle cose più normali di tutti i giorni, ecc...) piuttosto che unicamente con il sesso, che riporta il possesso dell'altro ad una normalità da molti frequentata.

Conclusione: libro consigliatissimo.

martedì 31 maggio 2011

l'esultanza di Vendola per la vittoria milanese di Pisapia

Mi è piaciuta l'esultanza di Vendola per la vittoria milanese di Pisapia.
Nel video seguente (dopo un breve saluto della Camusso) potete ascotarne le parole (grazie all'amico videolinkiesta che lo ha messo a disposizione su youtube):



L'enfasi è da vittoria meritata sullo sfacelo epocale che permea il suolo italico.
Anche il forte passaggio sui rom e sui fratelli mussulmani non mi sembra altro che pregno di parole che ogni buon cristiano dovrebbe sentire sue se solo provasse ad applicare ciò che Gesù (reietto tra i reietti) si sforzava di far capire.

giovedì 27 gennaio 2011

Beppe grillo Live Varese 24/01/2011



Disarmante ma al contempo pieno di speranza per il futuro.
Non che non sapessi a che tipo di spettacolo andassi incontro, ma vedersi sbattute in faccia le magagne di questa nostra povera italia, fa sempre un certo effetto!
Certo rimangono le battute e le frecciate, ma l'ossatura dello spettacolo è ben altra: Beppe cerca di farci prendere coscienza della nostra natura di cittadini.
Nel rispetto dei nostri doveri dobbiamo far valere i nostri diritti: indossando un elmetto metaforico possiamo far risorgere il paese.
Siamo noi il fondamento dello Stato e chi fa politica purtroppo lo ha scordato.
Forza Beppe, aiutaci a rinascere dalle nostre ceneri, tutti insieme ce la faremo!!

giovedì 6 gennaio 2011

Buon 2011

Che sia per tutti noi un anno di concerti incredibili.
Rock On!!!